mercoledì 16 aprile 2014

Solo novelle

Sono trascorsi una ventina di giorni dal mio ultimo aggiornamento.
Me ne vergogno, ma ancora una volta non posterò nessun disegno sotto i miei sproloqui. Non ho praticamente più disegnato in modo serio dopo la tesi, ma credo sia normale dopo 9 mesi di full immertion. Ho voglia di indirizzare al meglio i miei progetti. Cerco concorsi con cui partecipare in poche tavole per esser soddisfatta di quelle poche. Non mi immergo in cose nelle quali potrei trovare stress o cose simili perché per quello c'è già lo studio, ci sono già stati gli ultimi mesi. Lasciare la casa a Modena è stata una liberazione incredibile. Uscita da quella porta mi è sembrato di respirare un'aria diversa, di riappropriarmi di me, delle mie scelte, della mia idea di "casa", da troppo trascurata. Il trasloco è stato faticoso e mi è costato un dolore al ginocchio che mi trascino ancora dietro, ma il viaggio è stato impagabile: durante tutto il percorso Valter mi narrava aneddoti informatici riguardo gli anni '70-'80, e ne sono rimasta affascinata. Abbiamo pranzato in un autogrill e mi sono presa un po' di quel tempo con lui che non avevo da tanto.
Al mio ritorno ho trovato una busta che conteneva il catalogo di ComiX 4 equality con la mia pubblicazione; un'altra piccola enorme soddisfazione!
Dopo quella sfacchinata sono partita alla volta di Roma per una settimana rilassante. Ho rivisto una persona a me cara, e ho persino guidato un aereo. Già, perché con Gianni, autore de "Il biplano e la cometa" ci siamo visti nel giorno esatto in cui doveva andare a fare un'esercitazione di volo, e allora mi ha chiesto se mi andava di provare. Con la piena consapevolezza della mia propensione allo stare in alto avrei risposto di no, ma poi, meno razionalmente, ho pensato che sarebbe stata l'unica occasione della vita e che "Il biplano e la cometa" lo meritava. Volevo il volo, essere un po' più vicina a Lorenzo e Gabriel.  Inutile dire che in alcuni momenti ho avuto davvero paura, ma alla fine sono stata veramente contenta della mia scelta.
Dopo la settima a Roma sono passata al festival del Gioco, il Play, molto meno goduto dell'anno precedente, ma almeno ho potuto stare un po' col mio uomo e fare una cenetta insieme a Vale che mi ospitava e il suo fidanzato. Sono stata bene, eppure non vedevo l'ora di tornare, di mettere piede nella mia camera, quel posto fatto su misura per me. Ci ho lavorato praticamente una settimana, ma ne è uscita una camera a mio avviso fantastica, con tutto ciò di cui posso aver bisogno per disegnare, studiare, o anche stare serenamente.
Mi era mancata quell'atmosfera pazza che c'è a casa mia, l'educazione dei miei che non fanno rumore al mattino, il mio cane, gli amici che organizzano all'ultimo un aperitivo anche solo per vedersi un po'.
Oggi dopo più di un mese ho disallestito la mia mostra al Juice. Giovedi mi opererò al ginocchio e poi per un po' non avrò modo di muovermi granché, ma sono felice così, mi sembra di essermi riappropriata di un pezzo di me che avevo smarrito, chissà dove... Forse qui, in questa città che a volte mi regala un mare sullo sfondo così azzurro da far venire i brividi.